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Biomi Terrestri: tipologie, definizione e caratteristiche

Cosa sono i biomi della Terra?

Sapevi che ci sono regioni del pianeta, anche molto lontane tra loro, che sono accomunate da clima e da specie vegetali e animali simili? Si chiamano "biomi terrestri". Scopri cosa sono, quali sono i principali e le loro caratteristiche in questo articolo!

 


I biomi significato

Il tipo di piante e animali che popolano una certa regione dipende innanzitutto dal suo clima. Vaste aree geografiche con clima uniforme per andamento annuale di temperature e precipitazioni, chiamate biomi, presentano una precisa natura del suolo è una caratteristica associazione di specie vegetali e animali. È interessante notare come in regioni del nostro pianeta anche distanti tra loro possiamo riconoscere biomi simili.

Vediamo ora quali sono i principali biomi della Terra!
Per ciascuno di essi scoprirai le seguenti informazioni:

  • bioma bioma tipologia
  • bioma geografia
  • bioma fauna e flora
  • clima bioma

  • L'impero dei vegetali

I biomi terrestri: la foresta pluviale

Nelle regioni tropicali ed equatoriali, dove le temperature medie annue sono elevate e le precipitazioni abbondanti, si sviluppano foreste rigogliose ricchissime di specie vegetali. Il clima di queste regioni è equatoriale è il bioma che vi ritroviamo è quello della foresta pluviale.

Nelle regioni dell'India e del sud-est asiatico si estende la giungla, una foresta formata da piante che legano il loro ciclo vitale all'alternarsi del monsone estivo (che proviene dall'oceano indiano e risulta caldo, umido è portatore di abbondanti precipitazioni) e del monsone invernale (che proviene dall'interno dell'Asia ed è secco e freddo), durante il quale la maggior parte dei vegetali perde le foglie.

Nelle zone equatoriali dell'Africa e dell'America Meridionale, invece, le piogge sono giornaliere non mancano mai in tutto il corso dell'anno: le foreste pluviali che si sviluppano in queste regioni sono fitte di vegetazione che si dispone a piani diversi a seconda delle esigenze di luce. Dai cespugli più bassi che formano il sottobosco fino agli alberi più alti che formano la volta della foresta, come l'albero della gomma tipico dell'Amazzonia, si scatena la competizione per la luce tra le piante. Alcune specie, come liane e orchidee, approfittano degli alberi più alti per arrampicarsi sui loro tronchi e raggiungere i piani superiori, i più soleggiati.

La foresta pluviale ospita anche una straordinaria biodiversità animale, dagli insetti, di cui sono presenti milioni di specie, ai rettili, fino ai mammiferi, come le grandi scimmie africane è il giaguaro delle foreste sudamericane. 


  • Deserti caldi e freddi

I biomi terrestri: il deserto

Dal freddo deserto del Gobi, esteso nell'Asia centrale, ai deserti caldi del Sahara è del Kalahari, presenti nelle aree subtropicali dell'Africa, fino ai deserti rocciosi dell'Australia dell'Arizona, una sola è la caratteristica ambientale che condiziona questi biomi: la scarsità di acqua.

In tutti i deserti del mondo il clima è arido e perciò le precipitazioni annue sono di pochi millimetri: la vegetazione che riesce a vivere in questi ambienti ha escogitato nel corso dell'evoluzione alcune strategie di sopravvivenza per resistere ai lunghissimi periodi nei quali l'acqua è completamente assente. Piante come cactus e i saguari, tipiche dei deserti americani, hanno fusti capaci di immagazzinare grandi scorte di acqua nei loro tessuti e foglie ridotte a spine per limitare al massimo la traspirazione e proteggersi dai numerosi animali che potrebbero cibarsene.

Anche gli animali hanno abitudini di vita adatte alla siccità, alle elevate temperature estive e alle fortissime escursioni termiche giornaliere: molti roditori escono la notte dalle loro tane sotterranee per cercare cibo e perciò anche i loro predatori, per esempio la volpe del deserto e alcune specie di uccelli rapaci, vanno a caccia durante le ore di buio. Durante il giorno, solo i rettili, animali a sangue freddo come lucertole e serpenti, riescono a sopportare la calura e a spostarsi in superficie, muovendosi in modo che il loro corpo sfiori appena la sabbia e le rocce bollenti. 


  • Distese verdi

I biomi terrestri: la savana

I biomi di prateria sono presenti in aree continentali molto diverse. Essi prendono il nome di savana nelle zone a clima tropicale dell'Africa, dell'Australia e del Sud-Est asiatico, mentre vengono chiamati steppa nelle pianure a clima temperato freddo della Russia, praterie nelle Grandi Pianure (Great Plains) del Canada e degli Stati Uniti, e infine pampas nelle regioni a clima predesertico dell'Argentina.

Pur essendo presenti in regioni situate a latitudini diverse, quindi con temperature medie annue molto differenti, tutti i biomi di prateria presentano come caratteristica comune l'alternanza di due stagioni, una calda e secca, e una più umida e piovosa. La differenza principale tra questi biomi risiede nel fatto che nella savana le precipitazioni annue e sono comunque abbondanti, prossima quelle delle foreste pluviali (100-150 cm annui) mentre nelle praterie temperate le precipitazioni sono scarse, collocabili a metà strada tra quelle desertiche e quelle boschive (25-75 cm annui).

Le praterie sono il regno delle erbe, e in particolare delle graminacee perenni, che formano vere e proprie distese verdi permanenti punteggiate da cespugli e da rari alberi, tra cui l'acacia è il baobab nelle savane. Le graminacee hanno radici profonde, sono particolarmente resistenti ai lunghi periodi di siccità, ricrescono rapidamente dopo essere state brucate dagli animali e sono capaci di rigenerarsi persino dopo gli incendi che spesso scoppiano durante la stagione secca. Poiché le piante erbacee vivono molto meno degli alberi, si deposita sul terreno una grande quantità di materia organica, trasformata velocemente in humus, un miscuglio di sostanze capaci di rendere particolarmente fertili i suoli. Il terreno delle praterie, specialmente se temperate, è quindi molto produttivo e risulta il più usato per la coltivazione dei cereali.

Il regno delle erbe e anche quello delle grandi mandrie di erbivori, cavalli selvatici e bisonti nelle praterie temperate, o di gnu, antilopi, zebre, elefanti e giraffe nelle savane africane; naturalmente, prosperano anche i predatori di erbivori, come lupi e orsi nelle steppe, o leoni, leopardi e iene nelle pianure africane. 


  • Sulle rive del Mediterraneo

I biomi terrestri: la macchia mediterranea

Il bioma di macchia mediterranea non è presente solo nelle regioni affacciate sul Mediterraneo, ma si estende anche lungo le coste della California, del Cile e dell'Australia meridionale. La presenza di tiepide acque marine e l'alternarsi di lunghe estati calde e asciutte a inverni freschi e piuttosto piovosi sono i fattori che caratterizzano questo bioma.

La macchia mediterranea, che un tempo copriva la maggior parte delle coste della nostra penisola, è formata da alberi piuttosto bassi come ulivi, agrumi, fichi, mandorli, alternati a bassi cespugli di alloro, lentisco, mirto e corbezzolo: si tratta di piante non soltanto in grado di resistere alla siccità, con le loro foglie piccole e coriacee, ma persino di rinascere dopo un incendio, grazie a particolari radici e a semi che germinano quando vengono lambiti dalle fiamme.

La macchia offre cibo e riparo a moltissime specie di insetti e piccoli uccelli, mentre pochi sono i mammiferi, tra cui tassi, istrici, lepri e cinghiali. 


  • Nel regno delle latifoglie

I biomi terrestri: la foresta decidua

Il clima delle regioni temperate dell'emisfero boreale è caratterizzato dall'alternanza di quattro stagioni: una primavera e un autunno freschi e piovosi, un'estate calda e un inverno freddo, ma piuttosto secco.

In queste regioni troviamo il bioma della foresta decidua, in cui dominano le latifoglie, piante dotate di foglie ampie e sottili, capaci di sfruttare al meglio luce e acqua. All'arrivo dell'autunno, quando la luce solare diminuisce per durata e intensità, le foglie si distaccano dalle piante e cadono a terra. Questo strato di foglie morte diviene cibo per gli organismi decompositori, che lo trasformano in humus, da cui dipende l'elevata fertilità dei suoli di queste regioni.

Un tempo fitte foreste di olmi, querce, castagne, faggi coprivano gran parte dell'Europa Centrale e dell'America Settentrionale: oggi di queste foreste, troppo spesso sostituite da campi coltivati, rimangono solo pochi lembi. Con le foreste si è ridotto drasticamente anche il numero degli animali che vivono in questo bioma, come scoiattoli, lepri, daini, volpi e cervi. 


  • Nel Regno delle aghifoglie

I biomi terrestri: la taiga

Vaste aree del Canada e ampi territori delle pianure che si estendono dalla Scandinavia fino alle regioni più orientali della Siberia sono interessate dal freddo clima subartico.

Queste regioni sono coperte dalla taiga, una fitta foresta costituita da piante sempreverdi, come pini, abeti, larici, cipressi e sequoie. Questi grandi alberi, appartenenti al gruppo delle gimnosperme, sono capace di sopportare la scarsità di acqua e le fortissime escursioni termiche di questi territori: le loro foglie, ridotte ad aghi o squame, sono rivestite di una sostanza cerosa che le protegge dal gelo e impedisce che un'eccessiva traspirazione disperda nell'aria acqua preziosa per la pianta.

Il sottobosco è buio e umido, e sul suolo riescono a svilupparsi felci, muschi e pochi arbusti.

La taiga offre cibo e riparo a molte specie di piccoli mammiferi, come scoiattoli, lepri e topi, ai loro predatori, linci, visoni ed ermellini, ma anche a erbivori di grandi dimensioni, come alci e renne, animali che migrano stagionalmente, passando l'estate nelle regioni settentrionali della tundra e l'inverno tra le foreste della taiga. 


  • Nel Paese delle lunghe ombre

I biomi terrestri: la tundra

Le regioni a clima subpolare, con un'estensione poco più a sud dei mari ghiacciati che coprono il Polo Nord, ospitano il bioma della tundra.

I vegetali e gli animali che popolano questi territori si sono adattati non solo a temperature rigidissime e scarsità di acqua allo stato liquido, ma anche alle particolari condizioni di luce che caratterizzano le stagioni artiche. Durante i lunghi mesi invernali, infatti, queste regioni sono immerse nella quasi totale oscurità, mentre durante la breve estate il dì prendi il posto della notte, in quanto il sole, che non scompare più sotto la linea dell'orizzonte, regala alle regioni polari 24 ore di luce continua.

Con l'arrivo dell'estate, la flora della tundra, costituita da licheni, muschi, erbe e bassi cespugli, approfitta del disgelo superficiale della luce per svilupparsi e riprodursi rapidamente. Il suolo si copre di abbondante vegetazione erbosa o arborea nana, che diventa cibo per grandi e piccoli erbivori come buoi muschiati, caribù e lepri, che trascorrono l'estate in queste regioni insieme a volpi artiche e a un elevato numero di specie di roditori e uccelli migratori.


Bibliografia

E. J. Tarbuck, F. Lutgens - Scienze della Terra: Approfondimenti per l'esercizio delle competenze - Linx Edizioni - ISBN 9788863643923

E. J. Tarbuck, F. Lutgens - Corso di Scienze della Terra - Linx Edizioni - ISBN 9788863643350

L. Masini - Ambiente Terra - Linx Edizioni - ISBN 9788863643381


 

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